Bologna, Casa di Cura “Lucio Dalla”, 17 dicembre 2074


Carissimo Fabio,
poiché la memoria inizia a farmi difetto, ora che ho raggiunto l’età di centodieci anni, mi piace scriverti questa fugace epistola cercando di mettere ordine nei miei ricordi giovanili, quando credevo d’essere storico e quindi critico d’arte, rievocando alcuni tempi comuni. Ti prego, tuttavia, di scusarmi se, facendomi appunto ora difetto la memoria, non sarò preciso e puntuale ed i fatti si mischieranno alla fantasia, il vero al verisimile; ma come ben sai l’arte è cosa che nasce dal caos... e la critica la segue.
Ti conobbi, Fabio Canestri, alla metà degli anni Novanta del secolo scorso, mercé la mia collaborazione ad un foglietto informativo senese, “Suggerimenti”. Uno dei suggerimenti che scrissi fu appunto su una mostra di giovani artisti locali, presso una libreria cittadina. E qui vidi per la prima volta i lavori tuoi, fra i quali mi colpirono le incisioni. Erano acqueforti e puntesecche d’impronta surrealista, oniriche immagini, cocktail toscano e rivisitato di Breton, Eluard, Max Ernst, Man Ray, piccoli lavori di grande grazie ed Psiche e animaPsiche e animaintelligenza. E poi, fra i tuoi quadri, mi affascinò oltremodo quel dipinto a tempera d’uovo col pesce e l’uccello, versicolore disputa, ma anche danza, eracliteo polemos e armonia mundi che mentre scrivo, ancora guardo, appeso al muro, sopra il computer. Fummo poi insieme ad un corso di libero disegno del nudo, e vidi nascere, in quegli anni ovvero mostrarsi, molti delle tue opere. In pratica fui testimone e seguii il tuo lavoro fino e ben oltre il 2012. Presentai una tua mostra a Murlo, discettai sulla tua poetica nell’antro del tuo studio, appo una scelta congrega d’etilici intellettuali, con tanto di diapositive, ed infine ti invitai ad esporre, con altri pochi eletti, come rappresentante del panorama artistico senese, nella mostra “Japan-Italy”, presso il palazzo pubblico di Siena. Questo non per vantarmi, ma solo per dire, che un po’ conosco l’uomo e l’opera. E fu un bel periodo, visto in prospettiva, giacché un piccolo lume s’accese nella Siena sonnacchiosa, ove poco capitava d’arte contemporanea e dove i circuiti eran sempre gli stessi, quelli ufficiali, dove trotterellavano vacui e pomposi i soliti cavalli di scuderia e non v’era molto spazio e visibilità per i nuovi artisti e per creare qualcosa di nuovo, ché l’ipnotico tran tran andava più che bene all’establishment dell’intellighenzia; orbene fra mostre in bar e ristoranti, librerie e aulemagne di scuole superiori, tu e pochi altri, creaste un movimento sotterraneo, una, vorrei dire, carboneria artistica, eterogenea per stili e spunti, ma vivace che qualcosa di nuovo recò in città; ed io, ne fui lieto testimone.
Ti confesso, infine, che m’è venuto oggi il capriccio, dopo molti anni, di scriver dei tuoi lavori a pranzo, quando suor Donata ci ha servito, come ogni mercoledì, il minestrone di verdura... osservavo la scodella, titubante e perplesso, ed eccoti l’ispirazione! Quella zuppa o broda ove galleggiavan pezzi di zucchine, carote, sedani, cipolle, cavoli, patate e qualche raro e disperso fagiolo cannellino parvemi emblema perfetto, compiuta chiave di lettura della tua pittura. I tuoi quadri mi apparirono un caos controllato di elementi casuali, i quali sono al contempo segni ed immagini, ovvero hanno valore estetico quali parti di una composizione pittorica, ma anche valore semantico in una composizione psichica, ch’è narrativa inconscia ed onirica. Insomma, sminuzzi le verdure dei tuoi ricordi, impressioni, emozioni, sogni ed incubi, idee e opinioni, quindi le cuoci al fuoco anche di una ricercata casualità (il gioco delle carte!), mescolando ben bene, finché non vengono fuori dei gran manifesti colorati, attraenti ed inquietanti. Un dipinto dove ogni elemento conserva la sua caratteristica, ma che, combinato, con gli altri, ne acquista una nuova, simbolo che si perde nel mare dei simboli e diviene altro, nuovo simbolo, in un gioco continuo ed infinito, ch’è anch’esso simbolo della vita e dell’arte.

Con stima ed amicizia,

Piergiacomo