Tono Zancanaro nasce pittore.
Pur essendo più noto per la sua genialità di grafico e di incisore, vincitore della Biennale di Incisione di Venezia del 1952, i pri8mi passi da artista Tono li ha fatti da pittore, iniziando, come lui stesso racconta, a tirar segni per divertire il nipotino Renzo Bussotti che viveva a Firenze con la madre, e a Firenze Tono conosce e frequenta lo studio di Ottone Rosai da lui riconosciuto come suo unico Maestro (oltre a Piero della Francesca, ovviamente – così diceva), e da Rosai Tono apprende l’uso dei colori e delle tonalità, e anche i primi soggetti: paesaggi toscani, diseredati.
Ben presto però Tono abbandona l’uso del colore per il bianco e nero, che sentiva “più vicino alla mia qualità di moralista”, probabilmente perché la limitata gamma tonale di bianco, nero e grigi consente maggiormente di concentrarsi. Il bianco e nero sarà una costante di Tono per tutta la vita.
Al bianco e nero seguirà il periodo della linea pura, la ricerca dell’essenzialità.
Solo verso il 1960 con lo sviluppo del suo interesse per la litografia Tono riscopre il colore come espressione.
Dato il mezzo utilizzato Tono adopera solo colori primari e complementari forti, in particolare l’azzurro che da una sensazione di calma, il giallo l’arancione ed il rosso che sono colori caldi, raramente il verde ed il viola.
Ma se il colore steso con l’uso della pietra litografica è piatto, il primo Tono sapeva usare sapientemente l’olio e la tempera, l’acquarello e le ecoline, i gessetti e le cere grasse o all’olio.
Le ceramiche, che Tono realizza fin dal 1952, sono sempre state a colori, e anche alcune incisioni, in particolare dopo gli anni dal 1980, nascono a colori senza tralasciare il classico bianco e nero, ma sperimentando nuove tecniche soprattutto con la stamperia di Carlo Leoni a Bologna, dove realizza una cartella di puntesecche pastellate dal titolo Eros Selinunteo, e con Armando Martini del Torchio Thiene con il quale sperimenta le morsure al percloruro di ferro per la stampa di incisioni a più colori nate da una sola lastra, anziché utilizzando più lastre cioè una per colore.
Un caso particolare di uso del colore in Tono sono le cere grasse realizzate come studi preparatori per i colori delle litografie, che rappresentano un corpus a se stante nella storia del colore di Tono, e sono il fulcro di questa mostra.