Il mondo di Teresa Palombini è un mondo al femminile, per la maggior parte un suo essere interiore ma che comprende la generalità delle donne a partire dall’infanzia.
Il surreale è quindi l’interesse principale di Palombini, e contiene anche il maggior numero di opere. L’immagine dipinta in Palombini è sempre un’immagine meditata: in altre parole è sempre un’immagine che la pittrice obbliga a riflettere sul suo stato di immagine. L’immagine dipinta non è mai semplice apparenza, cioè un’apparenza che inganna l’occhio facendosi passare per la realtà che essa rappresenta. Non si può trasformare un libro in spaghetti per assimilarne il contenuto, o tostarne le pagine per colazione, ma la pittura lo permette perché possiede un potere surreale, magico, diverso: la capacità di tradire la realtà.
Terapia del coloreLeggiamo l’opera Terapia del colore (a sinistra): l’immaginazione ha prodotto molte fantasie legate ai colori, dalla mescolanza aristotelica delle tinte elementari alla scoperta di Newton della scomposizione del raggio solare che attraversa un prisma, fino all’insistenza di Goethe sull’importanza delle gradazioni cromatiche. I colori comunicano valori emotivi, rapporti e contrasti, sensazioni. I colori hanno un ruolo centrale nell’opus alchemica. I “suoni-seme” del tantrismo indiano sono sperimentati anche come colore. Gli artisti, come Teresa Palombini, modellano e creano i colori offrendoci pigmenti di realtà e tonalità di dimensioni invisibili. Non a caso l’alchimia afferma che il “pittore di tutti i colori” era Mercurio, e la luce rivelatoria della natura  e vero spirito dell’opus.
Ognuna di queste opere mostra una parte di quello che è Teresa Palombini, anche se la loro somma non dà sicuramente tutta la personalità dell’artista che, come tutti gli artisti, vuole essere Al centro della scena, però non è facile mantenere la posizione, un po’ come camminare sul filo sospesi nel vuoto; d’altra parte Palombini sa di non aver ancora trovato una collocazione, infatti si chiede, su uno sfondo vagamente futurista, Il mio posto dov’è.
Gli uomini si chiedono sempre cosa pensino le donne, Teresa Palombini ci parla di se e dice che I miei pensieri sono farfalle impazzite, come non ricordare quello che può fare un battito d’ali? Secondo la Teoria delle catastrofi di Edward Lorenz “il battito delle ali di una farfalla in Brasile provoca una tromba d’aria nel Texas” (effetto farfalla). Chiaro che i pensieri delle donne, farfalle impazzite, danno delle preoccupazioni.

Qualcosa mi frulla per la testaEsiste sempre la ricerca di una alternativa come in Voglio una via d’uscita, peccato che la donna sia inscatolata con un mostro, però in È tempo di rinascita la donna raffigurata (autoritratto?) ricorda Modesty Blaise, l’eroina di Peter O’Donnel.
Il mondo dell’infanzia di Teresa Palombini è, come tutti i suoi mondi, molto colorato e vivace, ed è un mondo di bambine, senza maschietti. Due sono gli aspetti che tradizionalmente vengono associati all’infanzia: da una parte il gioco, dall’altra la formazione. Queste due componenti si intrecciano spesso dando luogo a temi ed immagini caratteristici presenti nella stira dell’arte, e nelle opere di Palombini.
Ma in queste opere è sempre presente una vena di tristezza: in realtà questo mondo delle bambine è una trasposizione, quasi un transfer, del mondo degli adulti dove le interpreti delle opere copiano “i grandi”, come a voler ulteriormente accorciare un periodo già breve, che l’infanzia finisce presto. Così in Bellissima appare una bimba che si trucca riportando alla mente recenti e squallidi fatti di cronaca con le baby squillo romane, e non solo; in È per te una bambina manda un bacio in un soffio non alla mamma: lo si intuisce dallo sguardo e dalle labbra che sembrano tinte col rossetto.
Dalla  scatola dei sogni esce anche un arcobaleno, ma il gioco, l’uovo, si è rotto e la colomba vola via, richiamando la Voglia di volare: volare è uno dei sogni più comuni e che procurano maggiore gioia; spesso legato a sentimenti di libertà o euforia, riempie il sognatore di gioia e lo mette in contatto con ciò che incredibilmente riesce a “fare”. L’arcobaleno rappresenta il ponte immaginario che lega il mondo visibile a ciò che è invisibile, magico e soprannaturale; le leggende narrano che i lati invisibili siano popolati di angeli, fate ed elfi a guardia di grandi tesori. Però l’arcobaleno, come l’infanzia, è estremamente evanescente.
Sono anche presenti delle note di ottimismo, come in Futuro che viene visto colorato.
Abbiamo visto che il lavoro di Teresa Palombini è concentrato prevalentemente verso l’universo femminile, e presenta anche una attenzione particolare alle tematiche etiche e sociali, non potevano mancare quindi i temi della multiculturalità come Sguardo sul mondo a significare che diversità vuol dire ricchezza.
Non conclusioni, che non possono ancora essere tratte essendo il percorso di Teresa Palombini ancora agli inizi di quella che è sicuramente una promettente carriera artistica, basata non solo sulle capacità tecniche ma soprattutto  sull’intelligenza, sulla curiosità di Eva che porta ad una continua ricerca della verità.
La pennellata  di Teresa Palombini pare sempre alla ricerca di ulteriori definizioni, di schemi compositivi che portano a nuove sorprese. Ne scaturiscono immagini di esasperata realtà che con alcuni accorgimenti diventano non irreali ma surreali.
Teresa Paolombini non si prende troppo sul serio segue con distacco il realismo (ed anche  l’iperrealismo) non perché il vero possa essere la meta più giusta nella pittura, ma perché dal vero si deve passare, al di fuori ed al di sopra di qualunque tentazione di gioco, di distacco dal reale, però è certo che nelle sue opere è sempre presente un non so che di inquietante.