Giulio Marcato (1916 – 1985) dopo un primo periodo giovanile dedicato alla scultura ha individuato un proprio linguaggio pittorico che lo ha portato con naturalezza a forme espressive originali, di intensa liricità.
Con l’uso attento dei colori, la raffinatezza delle forme e delle composizioni, il gioco misurato di luci e ombre ha dato vita a storie intime e descritto paesaggi, condensati in un momento, forse un sogno, dove il tempo è sospeso, quasi in attesa di un evento misterioso.
La donna è comunque la protagonista assoluta delle sue opere. La donna colta nella sua più squisita femminilità, trasfigurata, misteriosa. Donna perfetta e luminosa percorsa da stupori e malinconie. Le figure femminili di Marcato potrebbero sembrare creature distaccate e lontane se non fosse per pochi particolari che le rendono sentimentalmente accessibili: un pesce nell’acquario, un uccello librato, dei fiori, la figura trasognata dello specchio, un richiamo all’infanzia, il simbolo di una conchiglia.
Tutto nella pittura di Marcato esprime poesia e le sue opere, pur se venate di segreta tristezza, carezzano delicatamente l’anima sensibile.
La realizzazione di questa esposizione postuma è stata possibile per la disponibilità di Paolo Maffei e Manlio Gaddi a cui va il sentito ringraziamento dei familiari di Giulio Marcato, che auspicavano da tempo la rassegna.