Nous transportons avec nous le trouble de notre conception.
Ce n’est pas la différence sexuelle, ce n’est pas non plus la révélation de cette différence, ce ne sont ni la dénudation ni l’excitation choquante de deux sexes – l’évasement sanglant ou trempé de l’un , l’érection bleuissante et tressautante de l’autre – qui font le secret. La scène qui a existé et qui ne sera jamais visible fait le secret. Ce secret s’adresse à son porteur lui-même. Puisque même ce secret, voué au fantasme éternel, est inconnaissable. Il ne s’agit pas d’une âme qui cherche son père ou sa mère. C’est le corps luimême, indépendamment de son âme, qui cherche sa source.
Le trait le plus extraordinaire de la scène invisible est qu’elle précède la vision. Il se trouve que les foetus rêvent avant qu’ils connaissent le jour. Dès la scène invisible règne l’infigurable dans la nuit interne. C’est à partir de l’infigurable qu’errent les postures – alors que ce n’est qu’à partir de l’acquisition du langage que s’animent la honte, le dédain, le dépit devant le caractère insuffisant incoercible, dégoûtant, bestial, infatigable de cette imagerie.
Lier coït et parturition est seulement humain. Cette scène qui hante l’homme n’est qu’humaine. Cette sensation, en devenant déroutante et honteuse, le rassure. Pour les animaux sexualité et reproduction ne sont pas liées. L’image qui manque ne manque qu’à ceux qui font un lien entre les étreintes et les accouchements. Nous sommes la seule espèce qui se reproduise sexuellement de façon consciente.
Nous n’avons qu’un sexe. Nous oublions toujours irrésistiblement ce point: il n’y a pas une différence sexuelle. Il y a «deux» sexes. Il y a donc  «deux» différences sexuelles pour deux différences sexuelles même si pour toute l’humanité possible il n’y a qu’une différence sexuelle quel que soit son sexe: la différence qui fait que l’autre sexe lui est à jamais mystérieux à partir de son propre sexe. Cela fait quatre différences inassumables par personne au monde. Il y a une disparate absolue qu’aucune curiosité n’explore entièrement. Une disparité des deux statuts qu’aucune parité n’égalise. Une hétérogénéité physique qu’aucune mixité ne peut prétendre faire fusionner. Il y a de la révélation chez les humains parce que l’irrévélable agite leur âme. Chacun ignorera toujours la position sexuelle et la vie corporelle et le comportement psychique qu’induirait la possession de l’autre sexe. Ce conditionnel est éternel et c’est pourquoi à côté de chaque sexe il y a une nudité.
Les animaux sont sans nudité. Un chat n’est pas nu. Un poisson rouge n’est pas nu. Un canari n’est pas nu. La nudité, l’anxiété de alter, la curiosité de l’autre sexe, fait le propre de la sexualité humaine. Cette anxiété est inassouvie depuis l’origine. C’est l’impossible déshabillage de la statuaire, l’impossible fantasmagorie aussi bien onirique qu’imaginaire, l’impossible intrigue que cherchent à nouer les romans. La dénudation, étant la révélation de ce qui est caché de l’altérité dans l’autre, c’est la Révélation impossible.
C’est l’Apocalypse impossible.
Portiamo in noi stessi l’inquietudine della nostra origine.
Non c’è una differenza sessuale, non c’è nemmeno più la scoperta di questa differenza, non c’è neppure la rivelazione di questa differenza, non è neanche la denudazione, né l’eccitazione indecente dei due sessi – l’estensione cruenta ovvero inumidita dell’uno, o l’erezione azzurrognola e sussultante dell’altro – che fa il mistero. La scena che è esistita e che non sarà mai visibile: questa fa il mistero.
Questo mistero si rivolge solo al consumatore stesso. Poichè questo stesso segreto, predestinato ai fantasmi eterni, è inconoscibile. Qui non si tratta d’un essere che cerca suopadre o sua madre. È il corpo stesso, indipendentemente dal suo essere, che cerca la sua origine. L’aspetto più straordinario della scena invisibile è quello che precede la visione. Si constata che gli embrioni sognano prima ancora di vedere la loro nascita. Della scena invisibile domina l’infigurabile interiorità della notte. E questo succede a partire dall’inizio dell’inverosimile e qui divagano gli atteggiamenti. Poiché non è che dall’inizio del linguaggio che nasce la vergogna, il disdegno, il risentimento nei confronti del carattere insufficiente, incoercibile, disgustoso, e bestiale di questa iconografia. Legare coito e gestazione è solamente umano. Questa scena che ossessiona l’uomo non è che umana. Questa sensazione, diventando imbarazzante e ignominiosa, lo rassicura.
Per gli animali i vincoli della sessualità e della riproduzione non esistono. L’immagine che manca, non manca che a quelli che hanno un vincolo fra amplessi e parti. Noi siamo la sola specie che si riproduce sessualmente in maniera cosciente.
Non si ha che un che solo sesso. Noi dimentichiamo sempre irresistibilmente questa verità: non esiste una differenza sessuale. Abbiamo «due» sessi. Ci sono dunque «due» differenze per le due stesse differenze sessuali, anche se ciò fosse possibile per tutta l’umanità, non esiste che una sola differenza sessuale, per qualsiasi sesso: la differenza fa sì che l’altro sesso sia sempre un mistero nei confronti del proprio sesso. Cioè fanno quattro differenze non assunte per ciascuno al mondo. Esiste una differenza assoluta, che nessuna curiosità esamina interamente. Una disparità dei due statuti che nessuna parità può uguagliare. Una diversità fisica, che nessuna mescolanza può pretendere di unire. Esiste un mistero, una verità non svelata, nell’umanità, poiché il non rivelabile scuote le loro anime, ognuno ignora sempre l’attitudine sessuale e la vita fisica, ed il comportamento psichico che induce il possesso dell’altro sesso. Questo riflesso è perenne ed è per questo che a fianco d’ogni sesso c’è una nudità.
Gli animali sono senza nudità. Un gatto non è nudo. Un pesciolino rosso non è nudo. Un canarino non è nudo. La nudità, l’ansietà di altro da se stesso, la curiosità per l’altro sesso, è solo tipico della sessualità umana. Questa ansietà è sin dall’origine insoddisfatta. È impossibile spogliarsi della posa; l’impossibile fantasmagoria tanto onirica che immaginaria; impossibile lo scenario che cerca di legare il romanzo. Il denudarsi, essendo la rivelazione diquello che è nascosto dalla differenza nell’altro, è questa la Rivoluzione impossibile.
Questa è l’Apocalisse impossibile.